Napoli, 30/12/11 – “L’equipaggio sta bene, siamo ancora a largo delle coste dell’Oman”. Dopo giorni di silenzio sono queste le parole di Agostino Musumeci comandante della petroliera Enrico Ievoli sequestrata lo scorso 27 di dicembre da pirati somali, che risuonano come uno spiraglio di speranza. A riferire il contenuto del primo contatto con i marittimi dopo la comunicazione del sequestro, è stato Gennaro Ievoli l’armatore della marnavi, compagnia proprietaria della petroliera. La mattina di martedì scorso dicembre la prima comunicazione del sequestro intorno alle 5 per l’imbarcazione partita dagli emirati arabi e diretta nel mediterraneo. Poi più nulla, fino ad oggi. Subito dopo il sequestro i familiari dell’equipaggio composto da 18 persone di cui 6 italiani tutti siciliani, denunciarono la mancata presenza dello stato. In primis la moglie di Musumeci dichiarò che in casi come questo anche una telefonata poteva significare molto. Oggi gli stessi familiari ritornano sui loro passi: ”Non pensavo che le istituzioni fossero state così vicine alle famiglie in un simile momento. Abbiamo fiducia e attendiamo tranquilli”, dichiarano adesso. In realtà, spiegano, lo sfogo dei giorni scorsi e’ stato il frutto ”dell’angoscia: la notizia per noi e’ stata una bomba’. Il Presidente della Marnavi, Domenico Ievoli, contattato dall’Unità di Crisi, “ha assicurato poi che la Compagnia aveva già provveduto ad informare in proprio tutti i familiari dell’avvenuto contatto, inclusi quelli dei marittimi ucraini ed indiani, tramite i propri responsabili del Personale”, sottolineando che “appena ricevuta la lista dei contatti da parte dell’Armatore, l’Unità di Crisi ha provveduto a richiamare tutte le sei famiglie, fornendo le informazioni disponibili nonché i nominativi e riferimenti per i successivi contatti con il Ministero degli affari esteri”. Nonostante le rassicurazioni pervenute dall’equipaggio resta alto lo stato di allerta. A tutti i familiari l’Unità di Crisi ha ribadito immediatamente il massimo impegno della Farnesina e del Governo per una pronta risoluzione della vicenda, avendo a mente come obiettivo primario l’incolumità dell’equipaggio. Contemporaneamente, seguendo una prassi consolidata, l’Armatore e le famiglie sono stati incoraggiati a mantenere il massimo riserbo, nell’interesse della sicurezza dei loro congiunti.
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